Del bidet e della teoria sull’umano che si abitua a tutto
Dopo un lungo processo di ricerca di un piso, infine sembra che la mia ricerca sia giunta al suo dolce finale. In questo processo, la mia bizzarra esigenza (quanto meno bizzarra nel contesto locale), di una casa provvista di un bidet ha suscitato non poche ironie e dibattiti. L’altro giorno Lucia mi ha commentanto che dovrei flessibilizzarmi sul tema del bidé. Li per li mi é sembrato un commento giustificato ma poi mi sono chiesta fino a che punto devo adattarmi alle abitudine igeniche di un paese che non apprezza il piacere del culo fresquito?
L’essere umano é fisicamente programmato per potersi adattare alle situazioni piú diverse. Da un punto di vista strettamente quotidiano, quando si sente un odore sgradevole dopo un pò si smette di sentirlo, quando si prova un dolore troppo forte si perde coscienza. Da un punto di vista fisiologico, se si indossano occhiali con lenti deformanti dopo poche settimane la nostra percezione si adatta e torna alla normalità.
Questo adattamento al molteplice, non posso che considerarlo come un’arma a doppio taglio: da un parte é probabilmente solo grazie a questo che esistiamo come specie, dall’altro mi sembra una tara genetica per ostacolare lo sviluppo di una forza di reazione.
La capacità di adattamento é una variabile che si muove in un continuum tra l’intelligenza pratica, il porsi in un rapporto fluido e dinamico con la vita e la forma piú elevata di staticità.
La staticità della Winnie di Samuel Beckett, che intrappolata fino alla vita nel deserto di “Happy Days”, conclude la sua esistenza scenica con il marito che afferma che ciò che più gli sorprende degli uomini é che sono capaci di adattarsi a tutto.Una capacità di adattamento che é una vocina subdola, che dice che “in fondo non va così male” e si trasforma nel catalizzatore di ogni passività.
Nell’epoca dell’elogio del pensiero debole, del pensiero capace di adattarsi, quanto questa forma di mobilità mentale é una risorsa e quanto una trappola?
É un pensiero mobile, o realmente é solo il corrispettivo mentale di un cyclette, con cui stanno ingannando le brillanti generazioni postmoderne, convicendole che lavarsi il culo nella doccia non é poi così male?